08/11/2021
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Progetto Phoenix: quando gli studenti possono fare la differenza

Progetto Phoenix: quando gli studenti possono fare la differenza

Quasi 400 candidature di studenti, 40 stage e 10 progetti sul campo avviati e 32 diverse istituzioni coinvolte. Il progetto Phoenix realizzato da Bocconi e Citi Foundation si è chiuso con numeri che dimostrano innanzitutto una cosa: il desiderio degli studenti di impegnarsi in attività ad alto impatto sociale e di dare un contributo a un Terzo Settore che, per via dell’emergenza pandemica, è stato duramente messo alle strette nella sua capacità di rispondere ai bisogni. D’altro canto, la risposta positiva nelle numerose istituzioni e organizzazioni che hanno accolto gli studenti mostra l’interesse per il confronto con le idee e le energie fresche di ragazzi di vent’anni.

Ne è scaturita una collaborazione che, in particolare attraverso i progetti sul campo, ha potuto mettere in evidenza l’apporto degli studenti. Oltre al progetto con Cadmi, che ha visto alcune studentesse lavorare fianco con gli operatori dell’Associazione che si occupa di donne maltrattate, le ragazze e i ragazzi della Bocconi hanno sviluppato, tra gli altri, progetti che andavano dall’elaborazione dei modelli di previsione dei flussi finanziari per Medici con l’Africa Cuamm, alla valutazione dell’impatto di una delle iniziative di Terre des Hommes Italia; dalla stesura di un diversity/disabilty program per Fondazione Adecco, alla definizione del bilancio sociale per Fondazione Buzzi.

Giovanni Carletti, al secondo anno della laurea magistrale in Economics and management of government and international organizations, ha realizzato insieme a Edoardo Ardito e Luigi Roncoroni un’analisi di impatto degli interventi della Fondazione Francesca Rava a sostegno degli ospedali italiani durante la pandemia: “Ho sempre avuto una passione per il Terzo Settore, sono anche uno scout”, racconta. “Lavorare al fianco della Fondazione mi ha fatto avvertire quanto il loro lavoro abbia un impatto sociale importante e quanto poteva averlo il nostro con loro”. Inoltre, “ho apprezzato molto il fatto che avessimo modo di proporre le nostre idee e di poterle discutere con loro”.

Gli fa eco Alessandra Fattori, al primo anno del Double Degree China MIM, che con Gian Marco SerraFrancesco Zollo e Giunio Panarelli si è occupata per Sesta Opera San Fedele di una campagna di crowdfunding finalizzata alla raccolta fondi per i detenuti del carcere di Opera: “Un’esperienza impegnativa, non solo perché un progetto sul campo ti pone di fronte alla sfida di un’esperienza pratica e non solo accademica, ma perché ci siamo confrontati con una realtà, il carcere, che nei pregiudizi è un luogo da nascondere, da non voler vedere, da considerare un punto di arrivo dal quale non si riparte”. Un’esperienza, dunque, che “ci ha arricchito anche dal punto di vista umano”, aggiunge la studentessa.
La grande varietà e ricchezza dei progetti e degli stage di Phoenix “dimostrano come la Terza Missione dell'Università Bocconi sia in realtà la prima”, aggiunge Carlo Salvato, professore di strategia aziendale e responsabile accademico del progetto. “Ovvero, mettere le nostre studentesse e i nostri studenti nelle condizioni di lasciare un mondo migliore di quello che hanno trovato, con il proprio impegno professionale e umano”.

Ne è convinta anche Silvia Boschetti, public and government affairs officer di Citi Italia: “L’intuizione avuta insieme all’università Bocconi a marzo 2020, quindi a inizio pandemia, di fornire un aiuto concreto al terzo settore in termini di metodi manageriali ed energie innovative, come quelle apportati dagli studenti, si è dimostrata corretta. L’hanno dimostrato le presentazioni e le testimonianze di studenti ed esponenti delle NGO. Phoenix è stato un progetto di impatto effettivo secondo gli obiettivi del programma pathway to progress di Citi Foundation”.