2013/2021: per 107 bocconiani la scelta è stata possibile
A nove anni dall'avvio del progetto una scelta possibile, il bilancio vede oltre 100 studenti sostenuti, 20 dei quali per il 2021/2022. Un progetto ad alto impatto sociale, al quale si aggiungono altre iniziative dell'universita'
Nel nome del progetto, Una scelta possibile, era già contenuto tutto: far sì che studiare all’Università, alla Bocconi, potesse diventare realmente una scelta possibile anche per studenti provenienti da contesti di grave svantaggio sociale ed economico. Il progetto, nato nel 2013 nell’ambito delle attività del Comitato community and social engagement dell’Università e oggi arrivato alla sua nona edizione, ha coinvolto da allora 107 ragazzi, passando dai 5 per anno delle prime edizioni, ai 20 studenti di primo anno individuati per il 2021-2022. Quest’anno, l’Università accoglie in contemporanea, tra i vari anni di corso e tra i vari corsi di laurea, un totale di 46 studenti che usufruiscono della borsa di studio del progetto. Studenti motivati, che in una prima fase del progetto provenivano esclusivamente dalla Lombardia, grazie anche al coordinamento con le scuole superiori del territorio, ma che oggi provengono da tutta Italia e possono accedere non più solo al triennio, ma anche alle lauree magistrali.
Le borse di studio, che sono create anche grazie all’importante sostegno dei donor dell’Università, garantiscono a tutti l’esonero del 100% dalle tasse, una borsa di studio da 5.000 euro, alloggio gratuito, pasti a tariffa agevolata e supporto durante il percorso di studi oltre che per la mobilità internazionale.
“In questi anni abbiamo consentito a molti ragazzi di poter studiare in condizioni di tranquillità”, spiega il presidente del Comitato community and social engagement dell’Università, Salvio Vicari. “Parlando con loro mi rendo conto che molti sono riusciti a realizzare un sogno che sembrava impossibile, e così facendo, in qualche caso sono riusciti a modificare anche la propria situazione familiare”. La riuscita del programma, comunque, è nei fatti: “Quasi tutti sono riusciti a completare gli studi, anche con ottimi risultati, sebbene questo non sia l’obiettivo specifico del programma”. E non è tutto: “Abbiamo potuto aiutare ragazzi che altrimenti non avrebbero probabilmente frequentato l’Università, ma abbiamo anche attivato forme di sostegno e ascensione sociale che potrebbero evolversi in futuro”.
Tra i 107 ragazze e ragazzi c’era anche Zakaria Bekkali, laureato al Bachelor in International politics and governement, un master in Public administration alla LSE di Londra e oggi un impiego nella consulenza a Milano. “I miei sono arrivati in Italia dal Marocco a 20 anni, mio padre operaio a Bergamo e mia madre a Torino. Poi si sono trasferiti nella provincia di Milano, dove sono nato”, racconta l’alumnus. “Sono sempre stato molto motivato nei miei studi, mi sono diplomato allo scientifico con 100 e lode”. Ma più si impegnava e riusciva negli studi, più si rendeva conto di patire quella che definisce ‘la narrativa dell’eccezione’: “Quando sei un immigrato devi sempre lavorare duro più degli altri per dimostrare di poterti sedere al tavolo, si tratta di una sorta di overcompensation, comune a molte minoranze”. Ma questo, è anche ciò che lo ha spinto e motivato ancora di più: “Ho sempre desiderato una carriera nelle istituzioni internazionali. Sentivo il bisogno di essere ambasciatore della mia cultura e volevo che il mio lavoro avesse un impatto sociale, per questo quando ho passato il test in Bocconi e ho potuto effettivamente iscrivermi grazie alla borsa, ho scelto il BIG”. La consapevolezza per la possibilità che gli era stata data (“Mai avrei pensato di potermi iscrivere alla Bocconi”) lo porta anche a riflettere su “quanto la mobilità sociale sia, alla fine, una questione di formazione”. Tanto da scriverci la stessa tesi di laurea.
Durante la Bocconi, sempre grazie al supporto della borsa, Zakaria va in exchange a Princeton, mentre con la laurea in tasca decide per un master in Public administration alla LSE. Oggi è tornato nella sua Milano per farsi le ossa nella consulenza, in McKinsey. Guardandosi indietro, e ricordando i colloqui all’Università a cui il padre lo accompagnava (“Non posso aiutarti nello studio, ma posso darti un passaggio, mi diceva”) e ripensando all’orgoglio nei suoi occhi, Zakaria sottolinea una considerazione: “Dare gli strumenti e l‘opportunità di dimostrare quanto si vale, è questo che fa il programma Una scelta possibile”.
Peraltro, il tema della mobilità sociale attraverso la formazione è la costante anche in altri progetti dell’Università. Nello stesso spirito si pone il progetto 1StGEN@UNI, che la Bocconi ha inaugurato a inizio 2021 insieme a Citi Foundation. L’idea è ancora quella di promuovere lo studio universitario tra gli studenti in condizioni di svantaggio delle scuole superiori d’Italia. L’iniziativa ha coinvolto con seminari e workshop circa 450 studenti di 60 scuole, 180 dei quali, alla fine del percorso, hanno deciso di aderire ad una seconda fase in cui riceveranno un’attività di orientamento sull’Università e sul test Bocconi. Chi tra loro lo supererà e dimostrerà di avere i requisiti richiesti, potrà fare affidamento proprio su una delle borse di studio di Una scelta possibile.
Altro importante progetto “è quello che dal 2016 vede diversi professori della Bocconi fare lezione presso il carcere di Opera”, spiega ancora Vicari. L’iniziativa è tanto semplice quanto efficace: d’accordo con l’amministrazione penitenziaria, promuovere lo studio universitario tra i detenuti con pene superiori ai cinque anni, consentendo non solo un arricchimento intellettuale e professionale, ma anche, nel futuro la possibilità di trovare lavoro grazie al titolo Bocconi”. Proprio l’anno scorso, nel 2020, il primo laureato in economia aziendale e management.
Progetti e impegni molteplici, quindi, ma un unico obiettivo: far sì che l’ascensore sociale accolga sempre più persone.