28/06/2023
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La scienza che combatte la poverta' educativa

La scienza che combatte la poverta' educativa

La povertà educativa ha due dimensioni. La prima, più facile da osservare e perciò più discussa, è quella quantitativa. In Italia, il 13,1% dei giovani non completa le scuole superiori, uno dei peggiori dati tra i paesi occidentali, e la percentuale di adulti tra i 25 e i 64 anni con un titolo di studio universitario (21%) è pari alla metà della media OCSE. Ma c’è anche una dimensione qualitativa, che riguarda un accesso all’istruzione distorto su base socioeconomica o la mancanza di un ambiente di apprendimento adeguato ai bisogni di tutti. Alla percentuale di ragazzi che abbandonano la scuola superiore, se ne deve aggiungere un altro 9,5% che la completa, ma senza raggiungere le competenze di base minime.
 
Della dimensione qualitativa della povertà educativa si occupano da anni i ricercatori del LEAP, il Laboratory for Effective Anti-Poverty Policies della Bocconi, facilitati anche da un accordo con l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di istruzione e di Formazione (INVALSI) e con i ministeri dell’Istruzione e del Merito e dell’Università e della Ricerca, che garantisce l’accesso a dati anonimizzati di grande qualità.
 
L’attività di valutazione del laboratorio, supportata dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e, per progetti specifici, da Fondazione Cariplo e Unicredit Foundation, ha dimostrato di poter dare ai decisori politici un’evidenza empirica rigorosa sul funzionamento di interventi educativi sperimentali che, quando si siano dimostrati efficaci, potrebbero essere replicati in scala più amplia per migliorare la qualità della formazione.

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